SEO e AI: quali rischi corri davvero secondo Google?

da | Lug 22, 2025 | AI e SEO | 0 commenti

SEO e AI come evitare penalizzazioni da Google

Perché se ne parla?
I rischi concreti: cosa può succedere?
Quindi: usare l’AI sì o no?
Come si crea un contenuto AI che Google apprezza?
Strumenti utili per lavorare bene con AI + SEO
Quindi, AI sì, ma in maniera etica
Conclusioni

Perché se ne parla?

Nel momento in cui pubblichi decine di articoli generati con un click, senza verifica, senza reale valore per chi legge, non stai facendo SEO e AI, stai solo riempiendo spazio. E Google, oggi più che mai, lo penalizza.

È fondamentale integrare correttamente SEO e AI nelle strategie di contenuto per evitare penalizzazioni da parte di Google.

Cos’è lo “scaled content” (e perché è un problema)?

“Scaled content” è un termine tecnico che Google usa per indicare contenuti prodotti in massa, tutti simili, automatizzati, pensati solo per “coprire” keyword o territori.

Un’esempio concreto:
Un sito che crea 100 articoli identici con titoli tipo “Consulente SEO a [nome città]”, cambiando solo il nome della località. Nessuna aggiunta di valore nuovo, nessuna aggiunta di esperienza reale.

Google questo lo considera spam e lo dichiara esplicitamente nelle sue linee guida ufficiali.


I rischi concreti: cosa può succedere?

Se Google individua segnali di automazione e contenuti di scarso valore in unsito web, può agire in vari modi:

  • Declassamento nei risultati di ricerca (per singole pagine o intero sito)
  • Rimozione dall’indice di Google (le pagine non vengono più mostrate nei risultati)

Il risultato:

  • Perdita di fiducia:
    • crollo del CTR (Click Through Rate): percentuale di persone che cliccano sul tuo link dopo averlo visto su Google
    • aumento del Bounce rate: quante persone abbandonano il sito dopo pochi secondi
    • calo del Traffico organico: tutte le visite che arrivano dai motori di ricerca senza campagne a pagamento

Ma c’è anche un danno meno visibile: se un lettore capisce che “quel testo lo poteva scrivere chiunque (o peggio, nessuno)”, la tua autorevolezza ne risente.


Quindi: usare l’AI sì o no?

Sì. Ma con criterio.

L’AI può aiutarti a velocizzare, riformulare, esplorare idee. Ma non può sostituirti nel capire davvero chi stai aiutando con ciò che scrivi.
E Google lo sa. Per questo premia contenuti che dimostrano:

  • Competenza (Experience)
  • Esperienza diretta (Expertise)
  • Autorevolezza (Authoritativeness)
  • Affidabilità (Trustworthiness)
    Questo è ciò che Google chiama EEAT.

Come si crea un contenuto AI che Google apprezza?

Ecco le buone pratiche che consiglio a chi lavora con l’AI in ottica SEO:

  1. Usa l’AI per partire, ma non per concludere
    Lascia che ti suggerisca idee, non che firmi i tuoi testi.
  2. Riscrivi con voce umana
    Personalizza, racconta esempi, aggiungi esperienze vissute.
  3. Verifica ogni informazione
    L’AI può “allucinare”: cioè generare con convinzione dati, citazioni o riferimenti inesistenti.
  4. Ottimizza davvero
    Lavora su meta title, description, headings, struttura leggibile.
  5. Evita il Copia/Incolla automatico
    Cambiare solo qualche parola non basta. Se titoli e paragrafi non offrono contenuti davvero distinti, stai solo duplicando con eleganza.

Strumenti utili per lavorare bene con AI + SEO

Il web ti offre diverse modalità per investigare e assicurarti che il tuo contenuto sia davvero Google-friendly e conforme alle buone pratiche SEO:

  • Originality.ai → valuta il livello di generazione AI e plagio
  • Copyscape → verifica duplicazioni
  • Semrush / Ahrefs → monitorano performance SEO e leggibilità
  • Screaming Frog → utile per audit tecnici su larga scala
  • Il tuo occhio critico → sempre il miglior strumento

Quindi, AI sì, ma in maniera etica

  • L’AI ti assiste, non ti sostituisce
  • Ogni contenuto ha un intento chiaro e utile
  • Scrivi in modo leggibile, con parole semplici
  • Inserisci esempi o esperienze personali
  • Controlla e verifica tutto prima di pubblicare
  • Cura l’ottimizzazione tecnica SEO
  • Traccia come hai usato l’AI (audit trail)

Conclusione

L’intelligenza artificiale è una grande opportunità. Ma solo se impariamo a usarla con consapevolezza.
Google non ci sta chiedendo di rinunciare agli strumenti basati su AI: ci sta chiedendo di rimettere al centro l’utente, non l’algoritmo.

Sì, è difficile non pensare di tenere in considerazione l’algoritmo, ma se hai notato sempre più spesso, ogni ricerca che fai su Google la prima risposta che ti viene offerta è quella generata da Gemini (l’AI di Google) e quella AI va a cercare i contenuti che hanno valore, e non solo te li riporta, ma ti permette poi di approfondire seguendo il link del sito dove ha trovato l’informazione.

In fondo, questo… è SEO.

A presto

Cristiana

L’AI mi ha dato una mano, ma ogni parola è passata dal mio giudizio. Per me, usare questi strumenti significa farlo con consapevolezza, non per delega.

Written by Cristiana Millosevich

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