Perché se ne parla?
I rischi concreti: cosa può succedere?
Quindi: usare l’AI sì o no?
Come si crea un contenuto AI che Google apprezza?
Strumenti utili per lavorare bene con AI + SEO
Quindi, AI sì, ma in maniera etica
Conclusioni
Perché se ne parla?
L’intelligenza artificiale generativa sta diventando una compagna di lavoro quotidiana per chi scrive contenuti, gestisce siti e fa SEO e AI. Ma Google è molto chiaro su un punto: non è l’uso dell’AI in sé a essere problematico, ma come la usi.
Nel momento in cui pubblichi decine di articoli generati con un click, senza verifica, senza reale valore per chi legge, non stai facendo SEO e AI, stai solo riempiendo spazio. E Google, oggi più che mai, lo penalizza.
È fondamentale integrare correttamente SEO e AI nelle strategie di contenuto per evitare penalizzazioni da parte di Google.
Cos’è lo “scaled content” (e perché è un problema)?
“Scaled content” è un termine tecnico che Google usa per indicare contenuti prodotti in massa, tutti simili, automatizzati, pensati solo per “coprire” keyword o territori.
Un’esempio concreto:
Un sito che crea 100 articoli identici con titoli tipo “Consulente SEO a [nome città]”, cambiando solo il nome della località. Nessuna aggiunta di valore nuovo, nessuna aggiunta di esperienza reale.
Google questo lo considera spam e lo dichiara esplicitamente nelle sue linee guida ufficiali.
I rischi concreti: cosa può succedere?
Se Google individua segnali di automazione e contenuti di scarso valore in unsito web, può agire in vari modi:
- Declassamento nei risultati di ricerca (per singole pagine o intero sito)
- Rimozione dall’indice di Google (le pagine non vengono più mostrate nei risultati)
Il risultato:
- Perdita di fiducia:
- crollo del CTR (Click Through Rate): percentuale di persone che cliccano sul tuo link dopo averlo visto su Google
- aumento del Bounce rate: quante persone abbandonano il sito dopo pochi secondi
- calo del Traffico organico: tutte le visite che arrivano dai motori di ricerca senza campagne a pagamento
Ma c’è anche un danno meno visibile: se un lettore capisce che “quel testo lo poteva scrivere chiunque (o peggio, nessuno)”, la tua autorevolezza ne risente.
Quindi: usare l’AI sì o no?
Sì. Ma con criterio.
L’AI può aiutarti a velocizzare, riformulare, esplorare idee. Ma non può sostituirti nel capire davvero chi stai aiutando con ciò che scrivi.
E Google lo sa. Per questo premia contenuti che dimostrano:
- Competenza (Experience)
- Esperienza diretta (Expertise)
- Autorevolezza (Authoritativeness)
- Affidabilità (Trustworthiness)
Questo è ciò che Google chiama EEAT.
Come si crea un contenuto AI che Google apprezza?
Ecco le buone pratiche che consiglio a chi lavora con l’AI in ottica SEO:
- Usa l’AI per partire, ma non per concludere
→ Lascia che ti suggerisca idee, non che firmi i tuoi testi. - Riscrivi con voce umana
→ Personalizza, racconta esempi, aggiungi esperienze vissute. - Verifica ogni informazione
→ L’AI può “allucinare”: cioè generare con convinzione dati, citazioni o riferimenti inesistenti. - Ottimizza davvero
→ Lavora su meta title, description, headings, struttura leggibile. - Evita il Copia/Incolla automatico
→ Cambiare solo qualche parola non basta. Se titoli e paragrafi non offrono contenuti davvero distinti, stai solo duplicando con eleganza.
Strumenti utili per lavorare bene con AI + SEO
Il web ti offre diverse modalità per investigare e assicurarti che il tuo contenuto sia davvero Google-friendly e conforme alle buone pratiche SEO:
- Originality.ai → valuta il livello di generazione AI e plagio
- Copyscape → verifica duplicazioni
- Semrush / Ahrefs → monitorano performance SEO e leggibilità
- Screaming Frog → utile per audit tecnici su larga scala
- Il tuo occhio critico → sempre il miglior strumento
Quindi, AI sì, ma in maniera etica
- L’AI ti assiste, non ti sostituisce
- Ogni contenuto ha un intento chiaro e utile
- Scrivi in modo leggibile, con parole semplici
- Inserisci esempi o esperienze personali
- Controlla e verifica tutto prima di pubblicare
- Cura l’ottimizzazione tecnica SEO
- Traccia come hai usato l’AI (audit trail)
Conclusione
L’intelligenza artificiale è una grande opportunità. Ma solo se impariamo a usarla con consapevolezza.
Google non ci sta chiedendo di rinunciare agli strumenti basati su AI: ci sta chiedendo di rimettere al centro l’utente, non l’algoritmo.
Sì, è difficile non pensare di tenere in considerazione l’algoritmo, ma se hai notato sempre più spesso, ogni ricerca che fai su Google la prima risposta che ti viene offerta è quella generata da Gemini (l’AI di Google) e quella AI va a cercare i contenuti che hanno valore, e non solo te li riporta, ma ti permette poi di approfondire seguendo il link del sito dove ha trovato l’informazione.
In fondo, questo… è SEO.
A presto
Cristiana
L’AI mi ha dato una mano, ma ogni parola è passata dal mio giudizio. Per me, usare questi strumenti significa farlo con consapevolezza, non per delega.
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