Perché serve un audit trail se usi l’intelligenza artificiale?
Dal 2 agosto 2025, l’AI Act impone l’obbligo di dichiarare chiaramente quando un contenuto è stato generato, anche solo in parte, con l’uso di strumenti di intelligenza artificiale — in definitiva, una dichiarazione esplicita (disclosure).
Se vuoi approfondire come redigere una disclosure efficace, ti consiglio di leggere anche l’articolo Disclosure AI: come dichiarare in modo chiaro e professionale l’uso dell’intelligenza artificiale nei tuoi contenuti.
Ma per poterlo fare in modo trasparente e coerente, serve un minimo di organizzazione.
Non basta dire “ho usato ChatGPT”: è importante tenere traccia di come, quando e perché l’AI è stata coinvolta.
Ed è qui che entra in gioco l’audit trail: una pratica semplice, ma essenziale per lavorare in regola e con coerenza professionale.
In questa guida ti mostro come creare un audit trail alla portata di freelance, agenzie e microimprese, senza complicazioni, in linea con le buone pratiche di trasparenza.
Cos’è (davvero) un audit trail?
È una traccia documentata che racconta il processo di creazione di un contenuto con l’aiuto dell’AI.
Questo serve per:
- dimostrare che hai usato l’AI in modo consapevole
- proteggerti da errori o contestazioni
- aumentare la tua credibilità come professionista digitale
In pratica, è un piccolo registro in cui annoti:
- quali strumenti hai usato,
- per cosa li hai usati,
- cosa hai modificato tu,
- quando hai creato e pubblicato il contenuto.
Quando serve davvero?
Ogni volta che il contenuto viene pubblicato all’esterno e ha implicazioni reputazionali o informative, è buona norma tenere traccia dell’uso dell’AI.
Esempi:
- post sul blog
- pagine istituzionali
- newsletter
- guide scaricabili
- contenuti che trattano temi delicati (salute, diritto, finanza)
Se usi l’AI solo per brainstorming o note interne, l’audit trail non è necessario, ma può comunque essere utile per chiarezza e coerenza professionale.
Come si costruisce un audit trail semplice?
Puoi usare un foglio Excel o qualsiasi sistema che ti permetta di registrare queste voci:
Campo | Cosa scrivere |
Titolo del contenuto | Nome dell’articolo, guida, newsletter |
Data di creazione | Quando hai generato il primo contenuto con AI |
Strumento AI utilizzato | Es. ChatGPT-4, Jasper, Canva AI |
Prompt principale usato | Il testo con cui hai avviato la generazione |
Modifiche manuali | Breve descrizione delle revisioni che hai apportato |
Data di pubblicazione | Quando il contenuto è andato online |
Responsabile | Il tuo nome (o quello del team) |
Eventuale nota di disclosure | Frase inserita nel contenuto per segnalare l’uso dell’AI |
Esempio reale
Titolo: Articolo “SEO e AI: quali rischi corri davvero secondo Google?”
Data creazione: 15/07/2025
Strumento AI: ChatGPT-4
Prompt: “Scrivimi un’introduzione per un articolo su AI e penalizzazioni SEO”
Modifiche: Riscrittura dell’introduzione, aggiunta di esempi, revisione finale manuale
Pubblicazione: 22/07/2025
Responsabile: Cristiana Millosevich
Disclosure: “Questo contenuto è stato realizzato con il supporto dell’intelligenza artificiale, rivisto manualmente.”
Bonus: crea un modello riutilizzabile
Se lavori con l’AI in modo regolare, ti consiglio di preparare un modello precompilato da duplicare ogni volta. Può essere:
- un template in Notion o Google Docs
- una sezione standard nel tuo CMS WordPress
- un modulo in Excel o Google Sheets
L’importante è che sia veloce da aggiornare, integrabile nel tuo flusso e facile da esportare in caso di necessità.
In conclusione
Tenere traccia dell’uso dell’intelligenza artificiale non è un obbligo solo burocratico, ma un segnale di professionalità e cura.
Un audit trail ben fatto ti protegge, rafforza la tua posizione con clienti e collaboratori e ti prepara a un futuro sempre più normato.
L’AI non è un tabù, ma uno strumento. Se lo usi bene, hai tutto l’interesse a dimostrarlo.
Questo contenuto è stato redatto con il supporto di strumenti di intelligenza artificiale (ChatGpt) e revisionato e adattato manualmente da me.
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